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EMERGENZA

RISCHIO CLIMATICO

 

Dal 2010 ad oggi, sono 957 gli eventi registrati dall'Osservatorio CittàClima di Legambiente, con 511 Comuni in cui sono avvenuti impatti rilevanti. Nel 2019, il nostro Paese è stato colpito da 183 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati, un bilancio di molto superiore alla media calcolata negli ultimi cinque anni. Nel 2020, nel solo periodo Gennaio-Ottobre, si sono registrati 207 eventi.

Ma ancora più rilevante è il tributo che continuiamo a pagare in termini vite umane con, negli ultimi dieci anni, 254 vittime. A questo si aggiunge l’evacuazione di circa 50mila persone legata a eventi atmosferici estremi. Va ricordato, infatti, che in Italia, oltre 7,5 milioni di persone vivono o lavorano in aree a rischio idrogeologico elevato: un problema che interessa circa 7.275 comuni. Tali numeri mettono in evidenza come non solo i cambiamenti climatici siano in atto, ma anche come i rischi ad esso legati riguardano tutti noi.

COSA PUOI FARE TU

 

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COSA CHIEDIAMO AL GOVERNO ITALIANO

 

In assenza di politiche precise, questo scenario è destinato a peggiorare esponenzialmente, specialmente per le città. Perché è nelle aree urbane che si concentra la maggioranza della popolazione mondiale ed è qui che l’andamento di piogge, episodi di trombe d’aria e ondate di calore hanno assunto caratteri macroscopici. Per fare questo il Governo deve al più presto approvare il Piano di Adattamento Climatico; l’Italia è, al momento, l’unico dei grandi Paesi europei senza un Piano. Di fronte all’emergenza climatica abbiamo poi bisogno di accelerare gli interventi davvero capaci di mettere in sicurezza le persone e i luoghi da fenomeni sempre più impattanti, rafforzando il ruolo delle Autorità di Distretto e dei Comuni.

Infine serve l’approvazione di una Legge dello Stato che permetta di assumere alcune decisioni oramai non più rinviabili per la messa in sicurezza del territorio e delle persone, come il divieto di edificazione in aree a rischio idrogeologico, la delocalizzazione degli edifici esistenti in aree ad alto rischio, il divieto di tombamento dei corsi d’acqua, la sostenibilità dei nuovi edifici che includa l’uso di materiali innovativi, il recupero delle acque piovane ed un alto livello di permeabilità dei suoli.

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