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Sia che abbiate l’auto elettrica che senza, si può scegliere sempre più spesso di muoverci a “zero emissioni”, come dovremo fare tutti tra dieci o vent’anni. In tante città italiane ci si può già muovere “intermodali” - http://www.viviconstile.org/lo-sapevi-che/mobilita/dall-automobile-all-intermodalita -, cioè si esce di casa a piedi (o con propria bici) per poi prendere mezzi pubblici e ancora mezzi di trasporto in condivisione: spesso usati in combinazione tra loro. In bici sino alla fermata o alla stazione, per prendere poi un monopattino o uno scooter sino a destinazione.

Qualche esempio? A piedi (sino ad un km ci si mette 15 minuti), in monopattino, in bicicletta (sino a 5 km), elettrica se ci sono salite ardite e per distanze maggiori, poi ci sono motorini (targati) o scooter elettrici. In tante città, se non li possedete, ce ne sono centinaia o migliaia in sharing, in condivisione.

Ma poi anche i tradizionali treni (elettrici), tram, filobus, metropolitane o nei nuovi autobus elettrici, molto frequentati nelle grandi città italiane (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Roma). Ma poi ci sono anche funivie, funicolari, cremagliere, ascensori, scale mobili che, in diverse città piccole o grandi con pendii elevati (Genova, Napoli, Urbino, sino ai paesi di montagna), sono divenute indispensabili.

Nelle grandi città ben servite di mezzi pubblici (in gran parte elettrici) e da servizi di sharing mobility, gran parte degli spostamenti urbani sono senza auto di proprietà e tutti a zero emissioni. Nel rapporto città MEZ - https://www.legambiente.it/rapporti/citta-mez-mobilita-emissioni-zero/ - dimostriamo ad esempio che a Milano (nel 2019, prima del lockdown) il 58% degli spostamenti cittadini è avvenuto a zero emissioni, a Napoli la metà. E in città ci si sposta di continuo, molto di più che nei piccoli centri.

 

 

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