In questa Regione le fonti fossili coprono ancora l’83,3% dei consumi totali regionali (Simeri GSE, 2016), contro il 16,7% delle fonti rinnovabili. Tra i soggetti che qui continuano a investire sulle fonti fossili troviamo l’Api, la cui raffineria, luogo di trasformazione dei combustibili petroliferi, è stata identificata nel 2011, a termine della terza e ultima fase di uno studio epidemiologico realizzato dall’Arpam, come luogo di esposizione associato ad eccesso di rischio di morte per leucemia e linfoma non Hodgkin, particolarmente evidente per i soggetti che hanno domiciliato per più tempo entro i 4 Km dalla raffineria.