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Nell’edizione 2020 del ranking GreenMetric, la classifica che valuta le politiche e le azioni green messe in campo dalle università a livello globale, l'Università di Bologna conquista per il quarto anno consecutivo la prima posizione tra gli atenei italiani, e si posiziona al 10° posto nel mondo. Un percorso che ha visto l’Alma Mater scalare negli ultimi cinque anni ben 61 posizioni della classifica. Purtroppo, però, nella blasonatissima scalata verso la vetta succedono anche cose che con la sostenibilità hanno poco a che vedere, anzi, ci entrano direttamente in conflitto.

È notizia del luglio 2019, infatti, la firma fra il Vicepresidente Relazioni con le Istituzioni Formative di Eni Corporate University, Massimo Culcasi, e il direttore del Dicam dell’Università di Bologna, Alberto Montanari, nel contesto del corso di Laurea Magistrale di offshore engineering dell’Università di Bologna, Campus di Ravenna.

Un accordo di collaborazione, questo, fra l’Università più antica del mondo e il colosso italiano dell’Oil&Gas, che nel 2019 si confermava per il quarto anno consecutivo come migliore società esplorativa del settore, con attività in 67 Paesi, che nel 2018, mentre in tutto il mondo si parlava di cambiamenti climatici, di obiettivi di decarbonizzazione, di come sviluppare urgenti azioni di adattamento e mitigazione al surriscaldamento globale, stabiliva un nuovo record di produzione con 1,9 milioni di barili/giorno e che è fautrice di danni ambientali di enorme portata a livello nazionale ed internazionale.

La partnership si esplica attraverso lezioni, codocenze, seminari, workshop e analisi di casi studio realizzati in collaborazione con il personale Eni, ma anche tirocini e stage messi a disposizione degli allievi dal Distretto Eni a Ravenna; e l’offerta formativa del corso è finalizzata alla professionalizzazione degli studenti nel settore estrattivo.

Tra i fautori e i soddisfatti dell’accordo si citano anche Lanfranco Gualtieri di Fondazione Flaminia, ente privato che sostiene con finanziamenti ed iniziative il Campus di Ravenna dell’Unibo, e Michele de Pascale, sindaco della città di Ravenna, Comune che per di più è capoluogo della peggiore provincia in Emilia-Romagna per raccolta differenziata, come emerge dal rapporto 2020 di Legambiente.

 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?

Perché il corso di Laurea Magistrale è frutto della collaborazione con Eni, azienda il cui profitto si fonda sull’estrazione e lo sfruttamento di fonti fossili e che è nota a livello nazionale e mondiale per le sue pratiche inquinanti e di greenwashing, e perché il corso di laurea è finalizzato alla formazione di professionisti nel settore estrattivo.

 

TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO

Viene indirettamente sostenuto il settore dell’Oil&Gas, perpetuando l’utilizzo di fonti fossili, causa di inquinamento in tutte le matrici ambientali.  Oltretutto, è irragionevole che un’istituzione universitaria che dovrebbe rappresentare l’innovazione stringa accordi con una società letteralmente fossilizzata.