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La storia della Centrale di Torrevaldaliga Sud, a Civitavecchia, parte dagli anni ’50, quando iniziarono i lavori per la costruzione del primo impianto ad olio combustibile, rimasto in esercizio per circa 40 anni.

Nel 2002 iniziano i lavori per realizzare una nuova centrale che sfrutta la tecnologia del ciclo combinato, entrata in esercizio nel 2005. 

Nell’attuale configurazione autorizzata sono operativi due gruppi a ciclo combinato alimentati a gas naturale (CCGT): il TV5 da 760 MWe e 1.472 MWt e il TV6 da 380 MWe e 750 MWt.

Il nuovo “Progetto di realizzazione di una nuova unità a ciclo combinato nella Centrale Termoelettrica Torrevaldaliga Sud”, proposto da Tirreno Power SpA, prevede l’installazione di un nuovo gruppo di ultima generazione a Ciclo Combinato (CCGT - Combined Cycle Gas Turbine) all’interno della preesistente Centrale composta da 2 gruppi di generazione a ciclo combinato, entrambi alimentati a gas naturale, denominati TV5 e TV6, rispettivamente della potenza complessiva di 760 MWe 380 MWe (MW elettrici) e potenza termica di combustione di 1472 MWt e 750 MWt.

Il nuovo impianto, denominato TV7, da circa 900 MWe, è alimentato a gas naturale ed è composto da un turbogas classe “H” da circa 600 MWe (TG), un generatore di vapore a recupero (GVR) dotato di sistema catalitico di abbattimento degli NOx (sistema SCR), una turbina a vapore (TV) da circa 300 MWe e un condensatore raffreddato ad acqua mare; al carico nominale la potenza termica di combustione del nuovo ciclo combinato sarà di 1.425 MWt. Il progetto prevede che il nuovo gruppo sia installato negli spazi attualmente occupati dal gruppo dismesso TV4, che sarà preliminarmente demolito. Secondo le disposizioni sulla BAT (Best Available Technology), per garantire una sufficiente efficienza, l’impianto dovrà lavorare per un monte ore annuo maggiore di 1500 ore.

La realizzazione dell’impianto termoelettrico a turbogas di Torrevaldaliga Sud si inserisce all’interno del percorso di transizione energetica così come descritto all’interno del PNIEC, secondo cui, a fronte della dismissione al 2025 delle centrali termoelettriche alimentate a carbone (per una diminuzione complessiva di capacità di circa 7900 MW) si dovrà predisporre la costruzione di nuovi impianti (ed infrastrutture connesse) alimentati a gas fossile, con la funzione di sopperire a tale perdita ed assicurare così la stabilità economica al Paese. 

Contestualmente a queste operazioni, è stata predisposta l’introduzione del Capacity Market che, attraverso una remunerazione economica aggiuntiva, mira ad agevolare e rendere più competitive sul mercato le centrali programmabili, ovvero quelle termoelettriche alimentate a gas metano.

Come ampiamente dimostrato attraverso il dossier “La decarbonizzazione in Italia non passa per il gas”, pubblicato da Legambiente lo scorso 6 ottobre 2020, per affrontare la transizione energetica non è necessaria nessuna realizzazione di nuove centrali a gas, neanche per rispondere alle esigenze di sicurezza e flessibilità della rete. 

Per sopperire alla chiusura delle centrali a carbone prevista per il 2025, invece di nuove centrali a gas, basterebbe portare le attuali ore di funzionamento degli impianti italiani già esistenti da 3200 a 4000.  

Inoltre, se alle centrali esistenti, si aggiunge la molto probabile entrata in funzione degli impianti attualmente a carbone per cui è prevista la riconversione a gas entro il 2025, le ore di funzionamento si ridurrebbero ulteriormente.

Alle considerazioni di carattere energetico si aggiungono quelle di carattere climatico, ricordando come sostituire l’uso del carbone con nuove centrali a gas non rappresenti una svolta nella lotta al cambiamento climatico. Anzi, la chiusura delle centrali a carbone e la conseguente riduzione di gas climalteranti rischia di essere vanificata da uno sviluppo di nuove centrali a gas metano, che ha un forzante radiativo (effetto serra) di gran lunga maggiore di quello dell’anidride carbonica (circa 72 volte maggiore nei primi 20 anni dall’emissione).

Per queste ragioni, il nuovo progetto di impianto a turbogas di Torrevaldaliga Sud risulta ad oggi inutile dal punto di vista energetico e fortemente negativo dal punto di vista climatico.

 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?

A causa delle potenziali emissioni future derivanti dall’utilizzo di gas naturale come fonte per la produzione di energia elettrica.

 

TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO

Atmosferico

 

LINK DI APPROFONDIMENTO

Progetto

Rapporto di Legambiente La decarbonizzazione in Italia non passa per il gas