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Il “progetto di realizzazione di una nuova unità a ciclo combinato nella Centrale Termoelettrica Vado Ligure”, proposto da Tirreno Power SpA, consiste nell’installazione nella Centrale preesistente di un nuovo gruppo di ultima generazione a Ciclo Combinato (CCGT -Combined Cycle Gas Turbine), denominato VL7, alimentato a gas naturale.  

La Centrale Termoelettrica esistente è composta da un gruppo di generazione a ciclo combinato, alimentato a gas naturale, denominato VL5, costituito da 2 turbine a gas e 2 generatori di vapore a recupero, che alimentano un’unica turbina a vapore, della potenza complessiva di 793 MWe (MW elettrici) e un condensatore raffreddato ad acqua mare; al carico nominale la potenza termica di combustione del gruppo VL5 è di 1.469 MWt (MW termici). 

Il progetto prevede l’installazione di un nuovo CCGT, VL7, da circa 900 MWe, alimentato a gas naturale, composto da un turbogas classe “H” da circa 600 MWe (TG), un generatore di vapore a recupero (GVR), dotato di sistema catalitico di abbattimento degli Nox (sistema SCR), una turbina a vapore (TV) da circa 300 MWe e un condensatore raffreddato ad acqua mare; al carico nominale la potenza termica di combustione del nuovo ciclo combinato sarà di 1.425 MWt. Secondo le disposizioni sulla BAT (Best Available Technology), per garantire una sufficiente efficienza, l’impianto dovrà lavorare per un monte ore annuo maggiore di 1500 ore. 

La realizzazione dell’impianto termoelettrico a turbogas di Vado Ligure si inserisce all’interno del percorso di transizione energetica così come descritto all’interno del PNIEC, secondo cui, a fronte della dismissione al 2025 delle centrali termoelettriche alimentate a carbone (per una diminuzione complessiva di capacità di circa 7900 MW) si dovrà predisporre la costruzione di nuovi impianti (ed infrastrutture connesse) alimentati a gas fossile, con la funzione di sopperire a tale perdita ed assicurare così la stabilità economica al Paese.  

Contestualmente a queste operazioni, è stata predisposta l’introduzione del Capacity Market che, attraverso una remunerazione economica aggiuntiva, mira ad agevolare e rendere più competitive sul mercato le centrali programmabili, ovvero quelle termoelettriche alimentate a gas metano. 

Come ampiamente dimostrato attraverso il dossier “La decarbonizzazione in Italia non passa per il gas”, pubblicato da Legambiente lo scorso 6 ottobre 2020, per affrontare la transizione energetica non è necessaria nessuna realizzazione di nuove centrali a gas, neanche per rispondere alle esigenze di sicurezza e flessibilità della rete.  

Per sopperire alla chiusura delle centrali a carbone prevista per il 2025, invece di nuove centrali a gas, basterebbe portare le attuali ore di funzionamento degli impianti italiani già esistenti da 3200 a 4000.   

Inoltre, se alle centrali esistenti, si aggiunge la molto probabile entrata in funzione degli impianti attualmente a carbone per cui è prevista la riconversione a gas entro il 2025, le ore di funzionamento si ridurrebbero ulteriormente. 

Alle considerazioni di carattere energetico si aggiungono quelle di carattere climatico, ricordando come sostituire l’uso del carbone con nuove centrali a gas non rappresenti una svolta nella lotta al cambiamento climatico. Anzi, la chiusura delle centrali a carbone e la conseguente riduzione di gas climalteranti rischia di essere vanificata da uno sviluppo di nuove centrali a gas metano, che ha un forzante radiativo (effetto serra) di gran lunga maggiore di quello dell’anidride carbonica (circa 72 volte maggiore nei primi 20 anni dall’emissione). 

Per queste ragioni, l’impianto a turbogas di Vado Ligure risulta ad oggi inutile dal punto di vista energetico e fortemente negativo dal punto di vista climatico, nonché un immane spreco di denaro, visto che i 300 milioni di euro previsti per la realizzazione del progetto potrebbero essere investiti nelle rinnovabili. 

Notizia di maggio 2021 è la dichiarazione del Cda di Tirreno Power che decreta lo stop proprio a questo nuovo progetto di centrale a turbogas a causa di iter burocratici e autorizzativi giudicati troppo lunghi e, quindi, incompatibili con gli interessi aziendali.  Notizia di maggio 2021 è la dichiarazione del Cda di Tirreno Power che decreta lo stop proprio a questo nuovo progetto di centrale a turbogas a causa di iter burocratici e autorizzativi giudicati troppo lunghi e, quindi, incompatibili con gli interessi aziendali. 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?

A causa delle potenziali emissioni future derivanti dall’utilizzo di gas naturale come fonte per la produzione di energia elettrica. 

 

LINK DI APPROFONDIMENTO 

Progetto  

Rapporto di Legambiente La decarbonizzazione in Italia non passa per il gas