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Autostrada Pedemontana Lombarda

Tra le opere più dannose per l’ambiente e il territorio c’è la Pedemontana Lombarda.

Il progetto, i cui lavori sono iniziati nel febbraio 2010 per concludersi nel 2016, ha previsto una spesa totale di 4.118 milioni di euro con un contributo pubblico che ammonta a 1.245 milioni. Si tratta di 165 km di sviluppo complessivo (75 km di nuova autostrada, 20 km di tangenziali e 70 km di nuova viabilità provinciale e comunale).

Tra gli impatti maggiori di questa nuova infrastruttura c’è senza dubbio lo spropositato consumo di suolo a cui va ad aggiungersi l’attraversamento e l’inevitabile compromissione di numerose aree protette. Si tratta di un’opera che ha cancellato centinaia di ettari di foreste e di campi coltivati, sconvolto l’idrologia, consumato suolo a dismisura senza alcun bilanciamento tra costi per l’ambiente e benefici per la mobilità.

Il traffico previsto inizialmente secondo progetto variava da 50/60.000 veicoli al giorno ad oltre 100.000 nella tratta centrale maggiormente urbanizzata fra Vimercate e Cesano Maderno.

Ma le previsioni fatte da Pedemontana sui flussi di traffico non si avvicinano neanche lontanamente a quello che effettivamente utilizza le nuove tratte dell’autostrada. La performance peggiore è quella della nuova Tangenziale di Varese dove mancano il 78% di auto e camion, seguita da quella di Como (-72%) e del collegamento tra la A9 e Lentate sul Seveso, che segna un -70%. Complessivamente, sommando tutte le quattro tratte aperte al traffico, circolano il 59% dei mezzi previsti dalle stime progettuali.

Le risorse pubbliche sottratte ad altri impieghi (quali nuovi treni per i pendolari) sono davvero ingenti: dalle casse pubbliche sono usciti 1.250 milioni, ma le continue iniezioni non sono bastate a reperire i fondi mancanti per il completamento dell’infrastruttura (quasi 2,4 miliardi), né sono servite le promesse di garanzie regionali per 450 milioni, né i 350 milioni di defiscalizzazione riconosciuta dallo Stato. Il bilancio, già disastroso, si è ulteriormente aggravato con la richiesta di indennizzo del costruttore Strabag per ben 3 miliardi di euro.