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Impianto chimico SASOL Italy S.p.A.

La SASOL è uno dei più grandi impianti chimici d’Europa per la produzione di paraffine lineari e di prodotti intermedi per la detergenza a partire da kerosene e benzene. Nasce con il nome LIQUICHIMICA Augusta nei primi anni ’70 del secolo scorso per iniziativa del finanziere Raffaele Ursini (controverso personaggio, massone e socio d’affari di finanzieri altrettanto discussi che progettava di produrre bioproteine, farine proteiche per l’alimentazione animale, derivate dalla lavorazione di idrocarburi con microrganismi attivi. L’insensato progetto della “bistecca al petrolio”, mai avviato, fu definitivamente fermato dalle autorità nel 1978). L’impianto fu rilevato da Eni nel 1982 e denominato ENICHEM Augusta, ceduto a CONDEA nel 1995 e infine a SASOL nel 2001.

Occupa un’area di 884.827 m2 a nord del litorale tra Siracusa e Augusta. Utilizza per la ricezione delle materie prime e la spedizione via nave dei suoi prodotti un pontile che ha in concessione dalla Marina Militare Italiana.

Ha una capacità produttiva di circa 1.300.000 t/anno e le materie prime principali sono il kerosene ed il benzene. Il parco serbatoi è composto da circa 130 serbatoi con un volume complessivo di quasi 480.000 m3.

 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?

Dai punti di emissione convogliate (10 camini e 1 torcia di emergenza) e dai numerosi punti di emissioni fuggitive e diffuse (valvole, flange, pompe, serbatoi, ecc.) sono emesse rilevanti quantità di sostanze inquinanti come SO2, NOX, H2S, polveri, benzene, arsenico e altri composti.

La SASOL ha comunicato al Registro Europeo delle Emissioni di aver emesso in atmosfera nel 2018 circa 381.000 tonnellate di CO2 e quasi 4 tonnellate di benzene.

Segnaliamo che il preoccupante primato regionale di superamento del limite di legge di 5 μg/m³ per la concentrazione media annua del cancerogeno benzene C6H6 è stato registrato nella centralina di Augusta-Marcellino (8,8 μg/m³) dove si è pure verificata la massima oraria di 309 μg/m³.

Al pari delle altre industrie del polo petrolchimico la SASOL si è opposta al Piano Regionale di Tutela della qualità dell’Aria.

Suolo e falda dell’area d’impianto sono contaminati da idrocarburi leggeri e pesanti, benzene e metalli. Sono stati realizzati numerosi pozzi-piezometri quali barriere idrauliche per l’estrazione degli inquinanti presenti in falda. Non si hanno notizie precise circa lo stato di avanzamento delle opere di bonifica a carico dell’azienda.

Nel febbraio 2019 la SASOL e altre aziende del polo industriale sono state poste sotto sequestro preventivo in relazione alla conduzione delle attività industriali, per l’omessa adozione delle migliori tecnologie, per la mancata messa in opera di soluzioni impiantistiche e strutturali e per il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni integrate ambientali (AIA). Le indagini preliminari dell’inchiesta “No Fly” si sono concluse a marzo 2021 con la sostanziale conferma delle contestazioni. Legambiente ha dichiarato che si costituirà parte civile in caso di rinvio a giudizio.

 

TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO

Le attività della SASOL hanno un consistente impatto su tutte le matrici ambientali (aria, acqua, suolo), specie in un’area dove è elevato il rischio per la salute dei cittadini residenti attorno alla zona industriale e che sono sottoposti alla presenza costante di sostanze dannose e cancerogene.

 

APPROFONDIMENTI

https://www.minambiente.it/bonifiche/documenti-sullo-stato-di-avanzamento-delle-procedure-di-bonifica

https://www.eea.europa.eu/data-and-maps/data/industrial-reporting-under-the-industrial-2

https://www.epicentro.iss.it/ambiente/StudioSentieriRisultati

https://www.treccani.it/enciclopedia/raffaele-ursini_%28Dizionario-Biografico%29/