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In Val D'Agri è presente il giacimento a terra più grande d'Europa, composto da 38 pozzi, di cui 22 eroganti. Eni è l'operatore di maggioranza della concessione con il 61%, infatti tali giacimenti hanno fornito, nel 2017, il 38% della produzione Eni in Italia.

Per la Basilicata e la Val d’Agri, quello appena trascorso è stato un ventennio di sviluppo negato in cui l’attività estrattiva di Eni ha messo a rischio la salute, le risorse naturali, l’economia e l’identità dei territori. In queste terre, infatti, dove lo sfruttamento del giacimento petrolifero è iniziato negli anni ‘90, non si contano i casi di inquinamento e di incidenti importanti.

Per citare soltanto quello più eclatante, nel 2017 uno sversamento di idrocarburi ha interessato il centro oli di Viggiano e la falda sottostante, portando la Procura di Potenza ad avviare un’inchiesta per danni ambientali anche in seguito all’esposto di Legambiente, in linea con la legge n.68/2015 sugli ecoreati. In seguito a questa indagine, lo scorso aprile è stato arrestato per disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico un dirigente dell’ENI, all’epoca dei fatti responsabile del centro oli di Viggiano. Insieme a lui sono state indagate tredici persone, tra le quali anche componenti del comitato tecnico regionale della Basilicata. È tuttora in corso a Potenza il processo sullo smaltimento illegale di rifiuti, avvenuto in parte attraverso la reimmissione di acque di processo in alcuni pozzi in Val d’Agri.

Mentre tutto il mondo parla di lotta alla crisi climatica, di decarbonizzazione e di come sviluppare urgentemente azioni di adattamento e di mitigazione al surriscaldamento globale, l’Eni batte il suo record di produzione: 1,9 milioni di barili al giorno nel 2018, il numero più alto mai registrato dalla compagnia (+5% di produzione rispetto al 2017).

 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?

Perchè si tratta di un'infrastruttura che serve a perpetuare l'approvvigionamento di petrolio con pesanti ricadute sul clima e sul territorio.

 

TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO

Inquinamento delle falde a causa degli sversamenti; consumo di suolo, derivante dall'attività estrattiva; iinquinamento atmosferico, derivante dall'uso di combustibile fossile.

 

APPROFONDIMENTI

 

Rapporto di Legambiente "L'Insensata Corsa al Gas dell'Italia"