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A Gela, in Sicilia, il futuro continua ad essere ancora poco green e sostenibile. Qui, dove dagli anni ‘60  il polo petrolchimico dell’Eni ha inquinato l’aria, il suolo, le falde e la città danneggiando fortemente la salute dei cittadini, la situazione resta sempre difficile. Ad oggi le bonifiche del territorio procedono a rilento (Gela fu dichiarata area ad elevato rischio ambientale nel 1990 e fu inserita nel 1998 tra i primi Siti di interesse nazionale da bonificare ma di bonifiche completate non se ne vede traccia) e a pagarne lo scotto sono sempre i cittadini in termini di salute e lavoro. Inoltre anche se nel 2016 è iniziata la riconversione a olio di palma dell’impianto – si parla della cosiddetta bioraffineria –, questa riconversione di sostenibile ha davvero ben poco, visto che l’impianto userà soprattutto olio di palma d’importazione.

La stessa Commissione Europea nella nuova direttiva rinnovabili, ha definito l’olio di palma come biocarburante da coltivazione a rischio per le foreste tropicali e per la biodiversità. In questi anni, infatti, per soddisfare la sete europea di olio di palma, milioni di ettari di foresta pluviale sono stati distrutti per permettere l’espansione delle piantagioni di palme da olio, mettendo in pericolo anche gli oranghi delle foreste del Borneo (Indonesia e Malesia) e le popolazioni indigene.

I dati epidemiologici su Gela sono davvero impressionanti. Dall’ultimo aggiornamento dello studio epidemiologico SENTIERI (dati 2006-2013 per mortalità e ricoveri e 2010-2015 per malformazioni congenite) le statistiche su Gela a confronto con la media regionale sono davvero preoccupanti. È stata riscontrata una mortalità in eccesso del 7% tra gli uomini e del 15% tra le donne, cioè 54 decessi prematuri in più ogni anno. In particolare: per i tumori +15% Uomini e +13% Donne, mentre per le malattie urinarie +37% Uomini e +33% Donne. Tra i tumori risultano in eccesso quelli di stomaco, colon-retto e polmone, specie tra gli uomini. Peggiore è la situazione dei ricoveri che risultano in eccesso anche per malattie cardiovascolari e respiratorie, sia per uomini che per donne. Ci sono eccessi di mortalità e ricoveri per Tumori anche nei più giovani. Anche le malformazioni congenite sono in eccesso, specie quelle dell’apparato urinario (5 casi in più ogni anno) e dei genitali (5 casi in più/anno).

I dati sono stati confermati anche dalle analisi recentemente effettuate dal Dipartimento Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana su dati più aggiornati (2011-2015) considerando l’area a rischio di Gela+Niscemi+Butera a confronto con area di 19 comuni limitrofi. Dal 2014 sta avvenendo una forte deindustrializzazione, i dati sanitari possano migliorare ma è fondamentale la bonifica altrimenti si continuerà ad osservare uno stato di salute alterato anche a impianti fermi, come avvenuto in altre aree industriali come ad esempio Massa Carrara, dove i dati epidemiologici sono ancora gravi a oltre 30 anni dalla chiusura dello stabilimento Farmoplant.