ePrivacy and GPDR Cookie Consent by Cookie Consent

È stimato che nella sola regione del Mediterraneo orientali siano stoccati sottoterra circa 3,5 mila miliardi di metri cubi di gas naturale, l’equivalente delle riserve dell’intero continente europeo, che sono rimasti fin qui inutilizzati a causa di limiti tecnologici, unitamente a fattori economici e geo-politici.

Il consorzio IG Poseidon, costituito in forma paritaria dall’italiana Edison e dalla greca DEPA, si propone come fautore di un mega-gasdotto con la funzione di sfruttare questi giacimenti.

Il progetto prevede che EastMed, questo il nome dell’opera, si estenderà per 1900 chilometri, di cui un terzo su terraferma e il resto in mare, con l’obiettivo di importare in Europa 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno dai depositi di Cipro e Israele. Un’operazione tecnologicamente estremamente complessa, il cui costo viene stimato attorno ai 5 miliardi di euro e che sarà gestito da Eni, Total, Chevron e da altre note aziende a livello internazionale.

 Il gasdotto ha già ricevuto il benestare della Commissione Europea, che lo ha inserito fra i Progetti di Interesse Comune, e si prepara a ricevere ingenti finanziamenti pubblici europei e privati (ad oggi il progetto ha ricevuto già 36,5 milioni di euro dalla CE e 2,25 miliardi di euro da banche private, l’inglese HSBC e l’americana JP Morgan).

Come ampiamente dimostrato da studi accademici, come ad esempio “Assessment of methane emissions from the U.S. oil and gas supply chain” di Ramón A Alvarez, per citarne uno, e dal report di Legambiente “la decarbonizzazione in Italia non passa per il gas”, il cui approccio al problema dello sfruttamento del gas può essere generalizzato all’Unione Europea tutta, identificare il gas naturale come vettore della transizione energetica risulta essere pericoloso.

Un massiccio aumento di consumo di gas, infatti, provocherà l’incremento di emissioni di metano in atmosfera, soprattutto a causa delle inevitabili perdite lungo la catena di distribuzione. Difatti, si rileva mediamente una dispersione non controllabile dalle condutture del 2-3% nel suo trasporto dal giacimento alla centrale, dove viene impiegato per la produzione di energia. Un aumento dei volumi di gas naturale si tradurrà perciò in una sempre maggiore dispersione in atmosfera in valore assoluto.

L’aspetto più preoccupante associato all’impiego di metano è che la sua molecola è di gran lunga più dannosa di quella dell’anidride carbonica in atmosfera, a causa del suo forzante radiativo, o effetto serra, elevatissimo (circa 72 volte maggiore nei primi 20 anni dall’emissione rispetto alla CO2).

L’unica conseguenza nello sfruttamento di questa risorsa sarà perciò quella di esacerbare ed accelerare drammaticamente il processo di riscaldamento globale.

Oltre a questo, lo sfruttamento di risorse fossili è da sempre nel Mediterraneo, per Paesi come Egitto e Turchia, pretesto di tensioni e conflitti, come denuncia Human Rights Watch.

 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?*

FORNISCI ULTERIORI DETTAGLI SULLA TUA SEGNALAZIONE

Perché andrà ad aumentare le emissioni di gas climalteranti in atmosfera, accelerando ed esacerbando il processo di riscaldamento globale

 

TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO*

SPECIFICA LA TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO (ATMOSFERICO, SUOLO, ACQUA, FALDE, ECC)

Atmosferico, in primis, in relazione alle emissioni di metano, e consumo di suolo e alterazione degli ecosistemi marini, in secondo luogo, considerando l’enorme estensione della pipeline in mare e su terraferma. 

 

LINK DI APPROFONDIMENTO

INSERISCI UN EVENTUALE DI LINK DI APPROFONDIMENTO

https://www.researchgate.net/publication/325916333_Assessment_of_methane_emissions_from_the_US_oil_and_gas_supply_chain

https://www.recommon.org/eastmed-il-gasdotto-che-minaccia-la-pace-nel-mediterraneo/

https://www.recommon.org/download/i-dodici-progetti-che-rischiano-di-distruggere-il-pianeta/

https://www.globalwitness.org/en/campaigns/fossil-gas/pyrrhic-victory-why-europe-and-turkey-should-not-fight-over-fossil-gas-we-cannot-use/