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Era il novembre 2009 quando un area lungo la statale adriatica 16 all'altezza di Ponente di Cesenatico, enormi montagne di plastica ridotta in polvere ed abbandonate sul terreno obbligarono la magistratura ad intervenire perché tale materiale disperdendosi nell'ambiente circostante, avrebbe arrecato pregiudizio ambientale. Questo rifiuto recuperato sarebbe dovuto essere riutilizzato in edilizia come materia prima secondaria, miscelandolo al cemento nella realizzazione del massetto ma la pericolosa gestione e l'abbandono a se stesso ne imposero il sequestro da parte delle autorità competenti.
Nel luglio 2010 poi a causa delle alte temperature s'innescò un processo di autocombustione che obbligo i Vigili del Fuoco ad intervenire e a tener monitorata l'area per alcuni giorni. Allo stato dei fatti quelle montagne di plastica sminuzzata in balia delle intemperie continuavano a creare pregiudizio ambientale al punto che, nel febbraio 2011, per evitarne la continua dispersione nell'ambiente, venne prima realizzato un fosso di contenimento e poi vennero coperte quelle "montagne" con teloni al fine di impedire che le piogge ed il vento disperdessero sul suolo circostante questo materiale come in passato.
All'inizio del 2012 però, parte delle coperture, a causa del maltempo, volarono via lasciando questo materiale polveroso disperdersi nuovamente nell'ambiente e purtroppo proprio grazie a quel nuovo canale di contenimento circostante ma collegato al fossato pluviale ne venne pure aumentata paradossalmente la potenzialità dispersiva. I teloni, pochi mesi dopo, vennero rimessi una seconda volta ma da qualche mese sono nuovamente volati via. È bene ricordare che, sebbene la plastica sia un rifiuto speciale non pericoloso, quando ridotta in polvere e se dispersa nell'ambiente e nelle acque, a causa della sua biodegradabilità millenaria, aggrava notevolmente la sua pericolosità inquinante arrecando un notevole e duraturo pregiudizio ambientale.
Senza le coperture poi il vento trasporta questa polvere anche nel canale a pochi metri da quest'area e quindi anch'esso in mare facendolo entrare così a far parte della catena alimentare dei pesci...e quindi anche dell'uomo.

La zona è vicina al canale con le baracche dei pescatori e il vento potrebbe spingere la plastica fino all’acqua e di conseguenza al mare. I tentativi di contenimento con teli improvvisati assicurati da pallet e gomme non tengono ed è praticamente come se non ci fossero. Oltre al rischio inquinamento c’è quello legato alle fiamme. Già nel 201o ci fu un principio di incendio domato dai vigili del fuoco.

 

APPROFONDIMENTI

http://www.cesenatoday.it/social/segnalazioni/cesenatico-polveri-disperse-ponente.html
www.livingcesenatico.it/2016/08/11/quintali-di-rifiuti-open-air-e-chi-paga/