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Il più grande sito di stoccaggio gas d’Italia e uno dei più grandi di Europa: circa 10 miliardi di metri cubi di metano sono ospitati in uno strato di rocce porose a circa 1300 metri di profondità.

Di recente sono stati eseguiti dei monitoraggi dall’associazione clean air task force, per verificare la fuoriuscita di fumi e gas poiché sono probabili fughe di gas metano (venting) che sappiamo essere un potente gas serra. Infatti, si stima che all’interno di tutta la filiera del gas metano si verifichino perdite dirette nell’ordine di 4,12 MT di CO2eq a livello nazionale su stime di ispra.

 

PERCHÉ È UN NEMICO DEL CLIMA?

Perchè si tratta di un'infrastruttura che serve a potenziare l'utilizzo di gas a livello nazionale, con gravi ricadute sul clima. 

Un massiccio aumento di consumo di gas, infatti, provocherà l’incremento di emissioni di metano in atmosfera, soprattutto a causa delle inevitabili perdite lungo la catena di distribuzione. Difatti, si rileva mediamente una dispersione non controllabile dalle condutture del 2-3% nel suo trasporto dal giacimento alla centrale, dove viene impiegato per la produzione di energia. Un aumento dei volumi di gas naturale si tradurrà perciò in una sempre maggiore dispersione in atmosfera in valore assoluto.

L’aspetto più preoccupante associato all’impiego di metano è che la sua molecola è di gran lunga più dannosa di quella dell’anidride carbonica in atmosfera, a causa del suo forzante radiativo, o effetto serra, elevatissimo (circa 72 volte maggiore nei primi 20 anni dall’emissione rispetto alla CO2).

 

TIPOLOGIA DI INQUINAMENTO

Prevalentemente atmosferico

 

APPROFONDIMENTI

Rapporto di Legambiente "La Decarbonizzazione in Italia non Passa per il Gas"

Rapporto di Legambiente "L'Insensata Corsa al Gas dell'Italia"